Il numero di disoccupati in Germania è aumentato a marzo al ritmo più rapido dall’ottobre 2024, secondo i dati pubblicati venerdì, mentre un persistente malessere economico esercita pressione sul mercato del lavoro, nonostante il contesto di carenze di manodopera a lungo termine. L’ufficio del lavoro ha riferito che il numero di disoccupati è cresciuto di 26 mila unità, in termini destagionalizzati, raggiungendo i 2,92 milioni. Gli analisti interpellati da Reuters si aspettavano un incremento più contenuto, pari a 10 mila unità.
Il tasso di disoccupazione destagionalizzato è salito al 6,3% dal 6,2% del mese precedente, superando leggermente le previsioni degli analisti contattati da Reuters.
«Marzo segna tradizionalmente l’inizio della cosiddetta ripresa primaverile sul mercato del lavoro. Quest’anno, però, la crisi economica la sta rallentando in modo evidente», ha dichiarato Andrea Nahles, responsabile dell’ufficio del lavoro.
Reduce da due anni consecutivi di calo, nel 2023 e 2024, la più grande economia europea continua a fare i conti con una debolezza persistente e ostacoli strutturali nel settore industriale. Negli ultimi dieci anni, il numero di disoccupati in Germania non ha mai superato la soglia dei 3 milioni.
A marzo si contavano 643 mila posti di lavoro vacanti, 64 mila in meno rispetto a un anno fa, un segnale chiaro del rallentamento della domanda di lavoro, ha precisato l’ufficio federale del lavoro. La difficile situazione economica si riflette anche nell’industria automobilistica, un settore simbolo del Paese, con aziende come Volkswagen e altre che stanno tagliando posti di lavoro a causa della domanda debole.
A peggiorare le cose per i costruttori automobilistici, mercoledì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un dazio del 25% sui veicoli importati negli Usa. La Germania si trova immediatamente nel mirino, ha sottolineato Gaurav Ganguly, direttore della ricerca economica presso Moody’s Analytics, «se questa politica resterà in vigore, le conseguenze per la fiducia dei consumatori e l’occupazione nel settore automobilistico, e non solo, saranno gravi».