La telefonata tra il presidente Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky del 4 luglio segna un momento di rilievo nelle dinamiche della crisi ucraina, in particolare riguardo al rafforzamento delle difese aeree di Kiev di fronte all’intensificarsi degli attacchi russi. Secondo quanto riportato da fonti ucraine, il colloquio è stato «molto importante e proficuo». La telefonata fra Trump e Zelensky è avvenuta dopo la chiamata «deludente» con Putin, e dopo una notte di intensi attacchi con droni e missili russi definiti senza precedenti, con il lancio di 539 droni e 11 missili. Zelensky ha annunciato sui social di aver concordato il potenziamento delle capacità di difesa aerea ucraine e pianificato un incontro tra delegazioni statunitensi e ucraine per approfondire la cooperazione.
Questo nouvo scambio telefonico, si inserisce in un contesto di evoluzione del sostegno militare all’Ucraina. Il 2 luglio il Pentagono ha annunciato la sospensione temporanea di alcune spedizioni di armi verso l’Ucraina, per avviare una «verifica delle capacità» per garantire che l’assistenza militare sia coerente con le priorità statunitensi in materia di difesa. Il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha dichiarato durante una conferenza stampa: «Non forniremo aggiornamenti sulle quantità o sui tipi di munizioni destinate all’Ucraina né sulle tempistiche dei trasferimenti», definendo questa revisione un «passo pragmatico e di buon senso» per valutare l’utilizzo delle scorte militari statunitensi. Trump ha difeso tale decisione, criticando Joe Biden per aver esaurito le risorse militari statunitensi con l’invio di armi all’estero: «Biden ha svuotato completamente il nostro paese fornendo armi e dobbiamo assicurarci di avere scorte sufficienti per noi stessi».
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha riconosciuto la necessità di mantenere riserve adeguate, ma ha sottolineato che «nel breve periodo l’Ucraina non può fare a meno di tutto il sostegno disponibile», in particolare per quanto riguarda l’artiglieria di difesa aerea e le munizioni.
L’Ucraina ha espresso infatti preoccupazione per il fatto che una sospensione nelle forniture possa compromettere la capacità di difesa contro gli attacchi aerei e le offensive terrestri russe. Il ministero degli Esteri ha avvertito che eventuali ritardi nell’assistenza militare incoraggerebbero Mosca a proseguire nell’aggressione anziché cercare la pace.
Inoltre, Zelensky ha reso noto che nel corso della telefonata con Trump si è affrontata anche la collaborazione per la produzione congiunta di sistemi di difesa, con particolare attenzione ai droni e alle tecnologie correlate, ritenute fondamentali per la sicurezza ucraina in un conflitto sempre più caratterizzato dall’uso di questi dispositivi. Parallelamente, anche la Germania ha manifestato interesse a colmare eventuali lacune nella difesa aerea dell’Ucraina. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso la disponibilità a fornire sistemi missilistici Patriot.
Nel corso di un incontro con Merz, il 5 giugno, Trump aveva avvertito che, in assenza di un’intesa tra le parti, avrebbe adottato un approccio «molto duro» verso entrambi i Paesi, paragonando il conflitto a uno scontro tra «due bambini piccoli» che non vogliono fermarsi. Anche a maggio il presidente americano aveva ammonito Putin di «giocare col fuoco», e avvertendo che avrebbe potuto subire ulteriori sanzioni in risposta agli attacchi russi contro l’Ucraina.