Russia accusata di usare armi chimiche in Ucraina

di redazione eti/Reuters
5 Luglio 2025 16:17 Aggiornato: 5 Luglio 2025 16:17

Le agenzie di intelligence olandese e tedesca hanno raccolto prove che attestano un impiego diffuso da parte della Russia di armi chimiche vietate in Ucraina. Tra queste, l’uso di un agente soffocante lanciato da droni per costringere i soldati a lasciare le trincee, esponendoli al fuoco nemico.

Il ministro della Difesa olandese, Ruben Brekelmans, ha chiesto un inasprimento delle sanzioni nei confronti di Mosca: «la Russia sta intensificando l’uso di armi chimiche», un fenomeno che «rientra in una tendenza osservata da diversi anni, con un crescente processo di normalizzazione, standardizzazione e diffusione nell’impiego di tali armi nel conflitto».

Queste accuse, confermate da più fonti di intelligence e sostenute da indagini autonome, si inseriscono in un quadro allarmante che da tempo circonda l’uso di armi chimiche nello scenario ucraino. Sebbene sia fondamentale valutare con cautela e attendere verifiche indipendenti, le denunce destano preoccupazione per la possibile escalation inedita di questo tipo di armamenti. Gli Stati Uniti avevano già accusato la Russia, a maggio dello scorso anno, di utilizzare cloropicrina, una sostanza chimica più tossica dei gas lacrimogeni e impiegata per la prima volta dalla Germania durante la Prima guerra mondiale. La cloropicrina è considerata agente soffocante ed è vietata dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, istituita per garantire il rispetto della Convenzione sulle armi chimiche del 1997.

Da parte sua, la Russia ha negato ripetutamente l’impiego di munizioni proibite, accusando l’Ucraina di simili violazioni. Mentre l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche ha sottolineato la mancanza di prove sufficienti per un’indagine completa, la quale può essere avviata soltanto su richiesta degli Stati membri.

Secondo il ministro Brekelmans, almeno tre decessi ucraini sono collegati all’uso di armi chimiche, mentre oltre 2.500 feriti in battaglia hanno riferito sintomi compatibili alle autorità sanitarie. Come sottolineato da Brekelmans, l’aumento dell’uso di armi chimiche da parte della Russia costituisce una minaccia non solo per l’Ucraina, ma anche per altri Paesi, per cui occorre intensificare la pressione con nuove sanzioni, compreso il divieto per la Russia di partecipare a organismi internazionali come il Consiglio esecutivo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.

PROGRAMMA SU LARGA SCALA

Le agenzie militari e di intelligence olandesi, in collaborazione con partner stranieri, affermano di aver individuato prove concrete di un aumento della produzione di armi chimiche da parte russa. Tra queste figurano un potenziamento delle capacità di ricerca e il reclutamento di scienziati dedicati allo sviluppo di tali armi, come riferito da Peter Reesink, capo dell’intelligence olandese. Inoltre, funzionari russi avrebbero impartito istruzioni ai soldati sull’impiego di agenti chimici tossici.

Non si tratta di iniziative sporadiche al fronte, ma di un vero e proprio programma su larga scala. Senza una chiara denuncia pubblica delle attività russe, è altamente probabile che queste pratiche proseguano, ha evidenziato Reesink. L’impiego di armi chimiche da parte delle forze armate russe è definito «praticamente una procedura operativa standard». L’uso di cloropicrina è stato collegato a ordigni improvvisati, come lampadine riempite e bottiglie vuote appese a droni. Per quanto riguarda i gas lacrimogeni, si è osservato un impiego improprio e una modifica di munizioni esistenti per veicolarli.


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